La solitudine è “democratica”: I risultati del Focus group su territorio e biblioteche
Giovedì 10 ottobre presso la Comunità territoriale di Fiemme, si è tenuto un Focus group con enti e associazioni della valle di Fiemme sul tema: “Solitudini: biblioteche e territorio, quale alleanza?” coordinato da Rosella Comai di Progetto 92, all’interno della settimana dell’accoglienza che aveva per tema “Solitudini, costruire legami e fare comunità”, e i cui risultati che pubblichiamo di seguito sono serviti per introdurre, assieme all’intervento dello psicologo Vinicio Carletti, il convegno su “La biblioteca come antidoto alla solitudine” che si è tenuto venerdì 18 ottobre nell’aula magna del Comune di Predazzo.
Le domande che abbiamo posto erano queste:
- Partendo dai dati ISTAT 2018, secondo i quali 3 milioni di persone dichiarano di non avere una rete di amici, né una rete di sostegno, né partecipano a una rete di volontari organizzati, quale solitudine puoi raccontare dell’ambito in cui operi?
- Se non è parte della mission della tua attività, tu sai se c’è già qualcun altro (istituzione, associazione ecc.) che si fa già carico di questo tipo di solitudine?
- Pensi che la biblioteca, così come la conosci, sia o faccia qualcosa per allievare questa solitudine?
- Pensi che la biblioteca potrebbe essere o fare qualcosa di diverso per far fronte a questa solitudine? Ti sei mai detto “la biblioteca potrebbe…”? ma ci siamo dimenticati di chiedere cosa puoi fare tu per la biblioteca!
Cosa è emerso?
– la democraticità della solitudine che riguarda tutti in qualche momento della propria vita. I ritmi frenetici della quotidianità comportano un isolamento dalle altre persone anche dai propri cari che si ha poco tempo per accudire (anziani).
– Il tempo che manca: è un fattore cruciale perché ci impedisce di confrontarci con persone che vivono la nostra stessa situazione (es. di genitori). Tutta questa velocità rende soli: viviamo in un mondo dove apparentemente c’è di tutto ma quel che manca è la possibilità di fermarsi e incontrare gente.
– la solitudine è di tutti, ma lo è di più per chi proviene da altre località o paesi per l’assenza di una rete amicale o parentale, e per chi vive la malattia o la dipendenza diventa isolamento assoluto.
– assenza di spazi di aggregazione: la propria casa è il luogo assoluto della solitudine il “buco” dove nascondersi e affondare nei propri problemi (alcool, cibo…). Ci vuole un po’ di fantasia per andare oltre i limiti delle abituali organizzazioni: esempio favorire l’incontro dei genitori con un thè all’asilo… Per anni si è proceduto con spazi dedicati, ma separati. Importante quindi riaggregare i luoghi per contaminarsi a vicenda e per i giovani uno spazio gestito da esterni e/o autogestito.
– le sofferenze prossimali: se la società si fa carico delle problematiche conclamate (dipendenze, disagi…) attraverso servizi specifici, vengono lasciate fuori le sofferenze prossimali, per esempio quelle dei famigliari.
La solitudine è anche sentirsi esclusi da un gruppo classe o di lavoro.
– Le difficoltà di varcare la soglia: (dei servizi, delle associazioni, della biblioteca) perché i pregiudizi sono paralizzanti. Se quello che può servire è una rete informale di sostegno, la biblioteca è un luogo terzo che non richiede di essere, avere o volere nulla in particolare per entrare, può essere il luogo adatto. (vedi CAT).
– la continuità: la difficoltà per le associazioni più neutre (es. gruppi parrocchiali) ad offrire CONTINUITA’ per quelle attività che più avvicinano i ragazzi soli (es. tornei sportivi). Si offre qualcosa che può avvicinare ma non si riesce a trasformare l’occasionalità della partecipazione in un incontro vero e proprio.
– le persone: le occasioni d’incontro sono importanti ma la differenza la fanno le persone; abbiamo bisogno di persone che ci credono.
– la solitudine dei ragazzi e dei genitori: i ragazzi sono spavaldi e fragili, ma la solitudine è muta come i grandi dolori
Questa la percezione della biblioteca rispetto a questi temi::
– le biblioteche sono luogo accogliente: è un riconoscimento che c’è, anche nei ragazzi. Luogo di ritrovo, unico posto dove stare in compagnia. Anche la sola macchinetta del caffè è un elemento d’attrazione.
– le biblioteche sono uno spazio neutro: è uno spazio protetto dove si può entrare senza essere giudicati. P.es. CAT e CET.
– la biblioteca è la stazione centrale della propria comunità (Rosella)
– uno snodo dei desideri e dei bisogni
– per realizzare appieno le sue potenzialità e quindi porsi come antidoto alla solitudine, è necessario che le pubbliche amministrazioni ci credano a partire dal garantire spazi, continuità, e risposte alle richieste della comunità.